PORTICI (NA): il golfo del "Granatello" ed i suoi monumenti ne fanno una città unica

Siamo nella Provincia di Napoli, in Campania. Portici (Puortece in napoletano) è un comune italiano di 53.888 abitanti. È il primo comune italiano per densità di popolazione con circa 12.000 ab./km². Nel 2002 il comune ha richiesto ed ottenuto, con decreto Presidente della Repubblica Italiana, il titolo di città.  Portici sorge alle pendici del versante ovest del Vesuvio e del monte Somma ed occupa una piccola porzione di territorio lungo la costa del Golfo di Napoli. Confina a nord con Napoli e San Giorgio a Cremano, a est ed a sud con Ercolano ed a ovest è bagnato dal mar Tirreno. Portici possiede un piccolo golfo: il Granatello (Ranatiéllo, in dialetto locale). Il nome deriva dal fatto che anticamente, dalla Villa di Portici, fino al Convento della Santa Maria, nel settecento, erano presenti molte piante di Melograno (in napoletano Ranate).

LA STORIA
Il nome di Portici, secondo alcuni autori, deriverebbe dai portici del foro dell'antica Ercolano, mentre secondo un'antica leggenda Portici sarebbe stata fondata dai romani intorno alla villa di Quinto Ponzio Aquila, nobile romano, congiurato contro Cesare, caduto nella battaglia di Modena del 43 a.C. A conferma di tale leggenda, ci sarebbe il reperto, ritrovato sotto gli scavi di Palazzo Mascabruno, raffigurante un'aquila, attualmente emblema dello stemma comunale, che reca sotto gli artigli le iniziali Q.P.A. Portici era un piccolo casale, che nel 1415, per volere della Regina Giovanna II, fu ceduta al nobiluomo e avventuriero napoletano Sergianni Caracciolo insieme ad altri territori vesuviani , in cambio di denaro. Dapprima Tenuta, poi Capitania dal 1454 , Portici divenne feudo nel 1638, quando Anna Carafa , viceregina e già Capitana di Portici, acquistò i casali vesuviani messi in vendità dal re.L'epoca feudale fu assai buia per i porticesi come durante la dominazione dei crudeli fratelli Troise, ai quali la famiglia Carafa concesse in fitto i feudi vesuviani dal 1671 al 1674. Questo periodo fu duro anche per la disastrosa eruzione del Vesuvio del 1631, che causò la morte di quattromila uomini e seimila animali. Per commemorare tale sciagura, lo studioso Padre Orso che dimorava nella casa dei gesuiti, ebbe l'incarico dal vicerè di comporre il testo di due lapidi. La prima fu murata al confine fra Torre del Greco e Torre Annunziata, l'altra a Portici di fronte all'attuale via Giordano, e poi successivamente spostata all'imbocco della via del Granatello (oggi Gianturco).

Portici si liberò dal giogo feudale stringendo un patto di alleanza con i vicini comuni di Resina e Torre del Greco. Il 17 dicembre 1698 porticesi, resinesi e torresi reclamarono insieme il diritto di prelazione sull'acquisto della loro terra e si raccolsero in ogni famiglia i fondi necessari per il riscatto feudale. Il 18 maggio 1699 il presidente della Regia Camera della Summaria, don Michele Vargas Maciucca, decretò che Portici, Resina e Torre del Greco fossero sciolte dal vincolo feudale. Il periodo aureo di Portici, libera ed autonoma, iniziò con l'arrivo di Carlo III di Borbone che decise nel 1738 di costruirvi la propria residenza estiva.Attorno al Palazzo Reale l'aristocrazia napoletana fece edificare le proprie residenze dando vita al fenomeno architettonico noto come "Ville Vesuviane del Miglio d'Oro"

MIGLIO D'ORO
A Portici sono presenti numerose ville che fanno parte del cosiddetto Miglio d'oro del settecento napoletano, tutte edificate da ricchi nobili partenopei che scelsero la zona per la bellezza dei paesaggi e per la salubrità dell’aria. Tra le ville vanno menzionate:
Villa Savonarola, sita sul Corso Garibaldi, arteria principale che collega la città di Portici con Napoli, il capoluogo campano, oggi ospita alcuni uffici del Comune, ed è la sede dei matrimoni civili; Villa Fernandes, sita su Via Armando Diaz, oggi sede di Associazioni;
Villa Maltese, addossata alla Reggia di Portici;
Palazzo Mascabruno, su Via Università, contiene al suo interno il Galoppatoio Reale, uno dei due esistenti in Europa;
Villa Caposele sita su Via Paladino;
Villa Mascolo, ristrutturata dall'Amministrazione locale nel 2009, con uno splendido anfiteatro;
Villa Zelo, sita in Via Addolorata, che fu abitata dal patriota, scrittore e senatore del Regno d'Italia Antonio Ranieri.
Sul Corso garibaldi poi ci sono Villa Scocchera, Villa Bideri, Villa Gallo, Palazzo Ruffo di Bagnara, ed altre tutte sotto la tutela della Soprintendenza ai Beni Architettonici.
Collegio Landriani a Bellavistra, di progettazione vanvitelliana, che fu abitazione dei principi Orsini Gravina.

Villa d'Elboeuf
La villa d'Elboeuf è un palazzo settecentesco costruito a Portici nel 1711. Fu la prima, in ordine cronologico, delle 122 ville vesuviane del Miglio d'oro. Nel 1738 la villa ospitò Carlo di Borbone, che innamoratosi di quei luoghi fece costruire nelle vicinanze la Reggia di Portici. La villa è attualmente in uno stato di abbandono.

La Reggia di Portici
È sede della Facoltà di Agraria dell'Università degli studi di Napoli "Federico II", nata dalla trasformazione della Scuola superiore di agricoltura, poi divenuta Istituto superiore agrario e, con la riforma entrata in vigore nell'anno accademico 1935-1936, trasformata in facoltà universitaria. Tale scuola è situata nella Reggia voluta da Carlo di Borbone. Nella Reggia è presente un Bosco, detto "Real Bosco di Portici".

Il Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa
Nel museo, situato nel comune di Napoli al confine con Portici, si conserva la prima locomotiva entrata in servizio sulla Napoli-Portici, e molti altri oggetti legati alla storia della ferrovia italiana.

Curiosità

* Portici è tra le città al mondo con maggior densità abitativa, con oltre 12.000 abitanti per km². Da tener conto inoltre che più di un chilometro quadrato del comune è formato dal "Bosco di Portici", non abitato, e che in sostanza la popolazione è residente su meno di 3 km². Nella prima metà degli anni '80 del secolo scorso, quando la popolazione residente superava le 80.000 unità, Portici aveva una densità abitativa superiore ai 17.000 abitanti per km².
* Il comune fa parte della cosiddetta "zona rossa", quella cioè più vicina al Vesuvio e quindi più a rischio in caso di eruzione. Se dovesse essere necessario l'esodo, la Regione Emilia-Romagna, gemellata con Portici, sarebbe pronta ad ospitare gli abitanti della cittadina campana.[6]
* Antonio Frusciante, nonno di John Frusciante, ex chitarrista dei Red Hot Chili Peppers, è originario di Portici.
* W. Amadeus Mozart, come si sa, già in giovanissima età era considerato un fenomeno in tutta Europa. Tanto è vero che arrivò a suonare anche alla corte dei Borbone esibendosi proprio a Portici nella Cappella Reale, situata a pochi metri dalla Reggia.[7]
* Giacomo Leopardi fu più volte ospite di Antonio Ranieri presso Villa Zelo.
* Come lui stesso narra nella propria autobiografia, Giacomo Casanova si fermò a Portici nel 1770, visitando le sale della Reggia.
* Al tempo della Repubblica Romana, tra il 1848 e il 1849, papa Pio IX venne ospitato in esilio a Portici da re Ferdinando II di Borbone che gli mise a disposizione il settecentesco Palazzo Reale.
* Dal 2011 è stata resa nuovamente balneabile parte della città.



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