Il DECRETO SICUREZZA - I Contenuti essenziali ed i motivi delle proteste di piazza
Il Disegno di Legge C. 2355, noto come "DDL Sicurezza", riguarda la conversione in legge del decreto-legge 11 aprile 2025, n. 48, che introduce disposizioni urgenti in materia di sicurezza pubblica, tutela del personale in servizio, vittime dell'usura e ordinamento penitenziario.
Principali contenuti del DDL Sicurezza:
Contrasto al terrorismo e alla criminalità organizzata: Introduzione di nuove fattispecie di reato, come la detenzione di materiale con finalità di terrorismo, punita con la reclusione da 2 a 6 anni. Inoltre, è prevista la diffusione online di istruzioni per compiere atti violenti o sabotaggi (art. 270-quinquies.3 c.p.).
Estensione delle misure di prevenzione: Ampliamento dell'applicazione del divieto di accesso alle aree urbane (DACUR, noto come Daspo urbano) a coloro che, nei cinque anni precedenti, siano stati denunciati o condannati, anche con sentenza non definitiva, per delitti contro la persona o il patrimonio.
Tutela del personale in servizio: Previsione di misure volte a garantire la sicurezza e la tutela degli operatori delle forze dell'ordine e del personale penitenziario, anche attraverso l'introduzione di nuove disposizioni disciplinari e sanzionatorie.
Supporto alle vittime dell'usura: Rafforzamento degli strumenti di assistenza e protezione per le vittime di usura, con l'obiettivo di favorire la denuncia e il reinserimento sociale delle persone coinvolte.
Riforma dell'ordinamento penitenziario: Modifiche volte a migliorare la gestione del sistema carcerario, con interventi su aspetti organizzativi e strutturali, al fine di garantire maggiore efficienza e sicurezza all'interno degli istituti penitenziari.
Il decreto-legge è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 85 dell'11 aprile 2025 ed è entrato in vigore il 12 aprile 2025
Le proteste contro il DDL Sicurezza (Atto Camera 2355, conversione del DL 48/2025) nascono da diverse critiche di natura giuridica, politica e sociale. Di seguito una sintesi delle principali motivazioni delle manifestazioni:
⚖️ 1. Limitazioni ai diritti e alle libertà civili
Repressione del dissenso: il DDL introduce o inasprisce norme contro manifestazioni considerate “pericolose” o “violente”, ma in modo così vago da poter essere usato per limitare anche proteste pacifiche.
Daspo urbano esteso: le nuove norme permettono l'allontanamento dalle città anche per chi non è stato condannato, ma solo denunciato, minando il principio di presunzione di innocenza.
👮 2. Eccessivo potere alle forze dell’ordine
Alcuni critici denunciano un aumento del potere discrezionale della polizia, soprattutto nell’uso del Daspo e nei controlli preventivi.
Si teme un clima repressivo, in cui la sicurezza viene garantita a scapito delle libertà individuali.
🧑⚖️ 3. Criminalizzazione del disagio sociale
Il DDL colpisce situazioni legate a povertà e marginalità (es. senzatetto, occupazioni di spazi pubblici) con misure punitive invece che con politiche sociali.
Preoccupazione per il fatto che si affrontino problemi sociali come questioni di ordine pubblico.
🏛️ 4. Riforma carceraria vista come punitiva
Alcuni articoli del DDL modificano l’ordinamento penitenziario in senso più restrittivo, rendendo più difficile l’accesso a misure alternative al carcere.
Critiche da associazioni e giuristi per l’aumento dell’approccio securitario, a discapito della riabilitazione e del reinserimento.
💬 5. Critiche da parte di magistrati, avvocati e associazioni
ANM (Associazione Nazionale Magistrati), Camere Penali, giuristi e accademici hanno criticato il testo come:
Disorganico
Orientato a rispondere a esigenze mediatiche e politiche, non reali emergenze
Rischioso per l’equilibrio tra poteri dello Stato
👥 6. Mobilitazione della società civile
Hanno protestato: studenti, sindacati, ONG, movimenti femministi, associazioni per i diritti umani.
Slogan come “non è sicurezza, è repressione” o “libertà di dissenso” riflettono il timore che il decreto venga usato contro chi protesta per altre cause (ambientali, sociali, lavorative)
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